Disponibile su CUBOVISION fino al 31/10/2013


Il vero costo della cocaina

Titolo orginale: Cocaine Unwrapped
Autore: Rachel Seifert
Produzione: Dartmouth Films (2011)
Durata: 83'

Nel 1971 il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon dichiarò apertamente guerra alla droga, ma, nonostante gli sforzi profusi, questa battaglia sembra ancora lontana dall’essere vinta. Solo in Occidente si stima che siano 11 milioni i consumatori di cocaina, di cui il 90% a carattere occasionale: “per socializzare”, “per fare qualcosa di diverso” o semplicemente “perché mi piace”.

Passando dalle periferie di Baltimora (USA) alla Bolivia, dai sobborghi di Londra al Messico, all’Ecuador, alla Colombia, questa inchiesta internazionale segue tutta la filiera della cocaina: dalla coltivazione della pianta di coca - che ha una tradizione di oltre 5.000 anni e molti impieghi leciti - al traffico, ai costi sociali correlati. Attraverso interviste a tutti i livelli, dai campesinos ai militari e ai maggiori esponenti dei paesi produttori di coca, tra cui Evo Morales (presidente della Bolivia), Raffael Correa (presidente dell’Ecuador), Francisco Santos (vicepresidente della Colombia fino al 2010), l'inchiesta documenta i costi umani e gli effetti collaterali della guerra al narcotraffico, avanzando il concetto che forse, così come è impostata, non è la soluzione  definitiva al problema.

Ad ogni cambio di scena, implacabili flash nel cuore dell’occidente snocciolano numeri che fanno riflettere: a Londra un grammo cosa circa 50 sterline, di cui meno di 50 centesimi vanno al contadino colombiano, dei 60 € per un grammo a Barcellona meno di 5 euro vanno allo spacciatore messicano, mentre dei 75 dollari per un grammo sulla piazza di New York ne vanno 3 alla "mula" dell’Ecuador.

In Colombia, nella zona di Tumaco, i diserbanti irrorati dagli aerei per sterminare le piantagioni di coca distruggono anche le coltivazioni di banani, yucca e cacao, gettando nella povertà i contadini onesti e annientando le possibilità di una riqualificazione del territorio. I diserbanti contaminano anche le acque, compromettendo così anche l’allevamento e la salute delle persone.
Malgrado le ingenti risorse impiegate a partire dal 2000 nel "Plan Colombia" finanziato dagli USA (6 miliardi i dollari spesi fino ad oggi principalmente per retribuire i 150 mila uomini dell'esercito colombiano impegnati nella lotta alla droga) la Colombia non ha perso il primato nella produzione di cocaina. Anzi, i contadini denunciano gli abusi dei militari e la crescita di una cultura della violenza: grazie ai loro margini miliardari i narcotrafficanti sono infatti in grado di armarsi quanto i loro nemici, e, potendo arrivare a tutti i livelli della politica, sembrerebbero uscirne rafforzati.

In Bolivia, da quando Evo Morales è al potere, si segue un modello diverso: la coltivazione della pianta di coca è autorizzata e regolamentata. La foglia di coca, tra l’altro, ha proprietà antiossidanti, come il tè verde, ed è alla base di molti prodotti erboristici e cosmetici. Tuttavia ogni giorno vengono trovati e distrutti 8 o 10 laboratori clandestini di produzione di cocaina.

In Messico il giro di affari dei cartelli della droga frutta 40 miliardi di dollari all'anno, ma un quinto della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e non si investe a sufficienza nell’educazione scolastica per far cambiare mentalità e offrire valide alternative. Qui l’escalation della violenza è arrivata a livelli tali da trasformare in veri e propri cimiteri città come Ciudad Juárez.

Le carceri ecuadoregne sono piene di "mule": donne arrestate mentre tentavano di portare la droga all’estero. Per la maggior parte sono madri single con molti figli a carico e raccontano di aver fatto i corrieri della droga per necessità. Quando Raffael Correa è diventato presidente dell'Ecuador ha proclamato un indulto per diminuire la popolazione carceraria femminile, ha attuato un piano per migliorare le condizioni nelle prigioni e ha dato inizio a programmi di recupero contro la povertà e le ingiustizie sociali.

Confrontando il rapporto tra produzione e consumo di cocaina, Evo Morales pone l'accento sul ruolo determinante svolto dalla domanda, soprattutto occidentale, nel determinare le dinamiche produttive dei paesi dell'America Latina e richiama la comunità internazionale alle proprie responsabilità.

Un'inchiesta a tutto tondo per riflettere sui veri costi umani della cocaina, che non consistono solo nei danni psichici al singolo individuo o nel degrado sociale e nella criminalità urbana delle ricche città occidentali. Si tratta soprattutto del circolo vizioso, a base di miseria e di violenza indiscriminata, che distrugge giorno dopo giorno la base sociale di molti paesi dell'America Latina.


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