Disponibile su CUBOVISION fino al 31/10/2013


Iran: la corsa alla bomba atomica

Titolo orginale: Iran: the Bomb at Any Cost
Autore: Gilles Cayatte
Produzione: ALEGRIA PRODUCTIONS (2011)
Durata: 54'

Questa documentata inchiesta di produzione indipendente ricostruisce tutte le fasi che hanno portato alla fattibilità dell’atomica iraniana e che potrebbero aprire la strada ad una proliferazione nucleare nell’intero Medio Oriente.
La controversa storia del programma nucleare iraniano ha inizio negli anni ’60, quando gli Stati Uniti, nel quadro dell’iniziativa “Atoms for Peace”, consegnarono all’Iran i primi reattori nucleari. Da allora, e fino all’avvento della rivoluzione islamica, USA, Francia e Germania instaurarono con l’Iran di Reza Pahlavi una prolifica cooperazione nel nucleare civile, anche per ottenere che l’Iran distogliesse la propria attenzione dal petrolio.
Khomeini decise di riattivare il programma nucleare nel corso della guerra contro l’Iraq a seguito dell’utilizzo di armi chimiche da parte di Saddam Hussein - utilizzo tollerato dai sostenitori occidentali dell’Iraq. E’ in questo frangente che il programma nucleare militare diventa una questione d'onore per il popolo iraniano.
Dai contatti con Russia, Cina e altri paesi non allineati alle controverse “mediazioni” di Abdul Qadeer Khan - il padre del nucleare pakistano; dalle triangolazioni con Paesi compiacenti fino alle importazioni illegali di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio grazie a “corrieri del nucleare”, si arriva nel 2002 alla scoperta del sito di Natanz: 1.600 centrifughe e altre 400 in arrivo.
Da allora, tra ripetute sanzioni ONU e successive tregue, la partita per il nucleare tra Iran e Paesi occidentali si è svolta come una caccia al topo.
Nuovi siti per il nucleare militare sono stati scoperti nelle località di Lavizan e Fordoh, mentre Mossad e CIA hanno messo in atto una controffensiva di intelligence cui sarebbero riconducibili le morti sospette di alcuni addetti al nucleare iraniano e l'"incidente” causato dal virus informatico Stuxnet agli impianti del sito di Natanz.
Si stima che oggi l’Iran abbia 5.000 centrifughe per l’arricchimento dell’uranio e che sia in grado di produrre la bomba atomica entro 2-3 anni.
Nel frattempo il nervosismo serpeggia tra i paesi dell’area: anche Turchia, Egitto, Arabia Saudita, Algeria potrebbero rivendicare, come deterrente, il diritto alla propria atomica.
Si apre così l’inquietante scenario di una proliferazione atomica nel Medio Oriente...


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